Non è solo il cibo, è la tua mente che gioca un ruolo chiave
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FAME EMOTIVA
Non riesci a reggere una dieta per molto tempo?
Ti sembra sempre che ci siano troppi sacrifici da fare?
Il peso perduto, lo mantieni per poco tempo e non sai perchè?
Hai perso fiducia in te e nelle tue possibilità?
Se hai risposto SI, ti dico subito che NON E’ COLPA TUA!
Semplicemente stai ripetendo alcune azioni e atteggiamenti mentali che non ti permettono di migliorare.
Immaginate di trovarvi davanti al frigorifero aperto, tardi la notte, cercando qualcosa da mangiare. Non avete fame, non realmente. Eppure, sentite un vuoto che sembra poter essere riempito solo dal cibo. Benvenuti nel mondo della fame emotiva.
La fame emotiva non riguarda solo il cibo, ma le emozioni.
Il dottor Emanuel Mian, psicologo esperto in comportamento alimentare di Emotifood, spiega: "La fame emotiva è un tentativo di colmare un vuoto emotivo con il cibo.
È come cercare di riparare un tubo che perde con del nastro adesivo: può sembrare una soluzione rapida, ma non risolve il problema alla radice.”
I Segnali della Fame Emotiva
Tratto dal libro “Fuga dalla Bilancia” ed. Feltrinelli
La fame emotiva può essere scatenata da vari fattori, ognuno dei quali merita un'analisi approfondita:
Lo stress è uno dei principali attivatori della fame emotiva. Quando siamo sotto pressione, il nostro corpo rilascia cortisolo, noto come "l'ormone dello stress". Il cortisolo aumenta il desiderio di cibi ad alto contenuto calorico, in particolare quelli ricchi di zuccheri e grassi. Questo meccanismo ha radici evolutive: in situazioni di pericolo, il corpo cerca energia rapidamente disponibile per la "lotta o fuga". Oggi, però, lo stress cronico può portare a un costante desiderio di cibi comfort. Il dottor Mian spiega: "In situazioni di stress prolungato, il cibo diventa una forma di auto-medicazione. Offre un sollievo temporaneo, attivando il sistema di ricompensa del cervello. Tuttavia, questo sollievo è di breve durata e può portare a un ciclo di alimentazione emotiva difficile da interrompere.”
La noia è un terreno fertile per la fame emotiva. Quando ci sentiamo poco stimolati o insoddisfatti, il cibo può diventare una fonte di eccitazione e piacere. Mangiare attiva il sistema di ricompensa del cervello, offrendo una distrazione momentanea dalla monotonia. "La noia è spesso un segnale che stiamo evitando qualcosa di più profondo," osserva il dottor Mian. "Può indicare un bisogno insoddisfatto di stimolazione, connessione o scopo. Mangiare diventa un modo per 'riempire il vuoto', ma non affronta la vera causa del disagio.”
Molte delle nostre relazioni con il cibo si formano durante l'infanzia. Se il cibo è stato usato come ricompensa, conforto o come sostituto dell'affetto, queste associazioni possono persistere nell'età adulta. La dottoressa Russo aggiunge: "I bambini a cui viene dato cibo per calmarli quando sono turbati possono crescere associando il cibo al conforto emotivo. Similmente, se il cibo è stato usato come premio, da adulti potrebbero ricorrere al cibo per celebrare o per compensare delusioni."
Spesso, la fame emotiva è una strategia di evitamento. Mangiare può diventare un modo per non affrontare emozioni difficili o situazioni stressanti. È più facile concentrarsi sul cibo che su sentimenti di ansia, tristezza o rabbia. "L'evitamento attraverso il cibo è una forma di dissociazione," spiega il dottor Mian. "Temporaneamente, ci distacchiamo dalle nostre emozioni focalizzandoci sull'atto di mangiare. Tuttavia, questo non risolve il problema sottostante e può portare a sensi di colpa e frustrazione a lungo termine.”
La nostra società e cultura giocano un ruolo significativo nella formazione delle abitudini alimentari emotive. Eventi sociali, celebrazioni e persino la pubblicità spesso associano il cibo a emozioni positive e connessioni sociali. La dottoressa Russo osserva: "In molte culture, il cibo è profondamente intrecciato con l'espressione di amore, cura e appartenenza. Questo può portare a un'associazione inconscia tra il mangiare e il sentirsi amati o accettati, influenzando il nostro comportamento alimentare in momenti di solitudine o insicurezza."
A volte, la fame emotiva può essere esacerbata da squilibri ormonali o neurotrasmettiatoriali. Ad esempio, bassi livelli di serotonina, il "neurotrasmettitore del benessere", possono aumentare il desiderio di carboidrati, che temporaneamente alzano i livelli di serotonina. "Gli squilibri biochimici possono creare un circolo vizioso," spiega la dottoressa Russo. "Mangiare cibi ricchi di zuccheri può offrire un sollievo temporaneo, ma le successive fluttuazioni di zucchero nel sangue possono peggiorare l'umore e aumentare ulteriormente la fame emotiva.”
✅Laureata con pieni voti assoluti e lode in Dietistica presso l’Università degli studi di Pavia,
✅Dietista Referente presso INCO – Istituto Nazionale di Chirurgia dell’Obesità- presso la clinica S. Ambrogio di Milano e il Policlinico San Donato (Gruppo San Donato).
✅ Responsabile area Nutrizione del Centro Emotifood
Puoi contattarmi per consulenze nutrizionali e per elaborare un piano alimentare personalizzato sulla base degli obiettivi che concorderemo insieme.
Ho una vasta esperienza con persone affette da un disturbo dell'alimentazione e della nutrizione e pazienti sottosto a chirurgia per l'obesità (chirurgia bariatrica).
Ti seguo anche per consulenze nutrizionali sportive se sei un' atleta dilettante o agonista.
La consulenza è personalizzata, che ben si differenzia dalle metodiche tradizionali.
Se hai anche solo qualche Kg da perdere o mantenere la tua forma fisica e rimanere in casa non favorisce la situazione, contattami e insieme troveremo la soluzione migliore per TE.
PSICOLOGO-PSICOTERAPEUTA
autore delibestseller MindFoodNess e di "Fuga dalla Bilancia" e "Fuga dallo Specchio"
edizioni Feltrinelli
✅Laureato in Psicologia
✅Specializzato in Psicoterapia Cognitiva e Cognitivo Comportamentale
✅Dottore di Ricerca (PhD) in Neuroscienze e Scienze Cognitive
✅ Responsabile Scientifico e Area Psicoterapia del Centro Emotifood
Ho una vasta esperienza con persone affette da disturbi d'ansia, disturbi dell'immagine corporea (Dismorfofobia e Pulcheropatia), disturbi dell'alimentazione e della nutrizione (Anoressia, Bulimia, Binge Eating, Obesità Psicogena),fobie specifiche che hanno un focus sul cibo come Emetofobia (fobia del vomito) e Anginofobia (timore di deglutire) e pazienti sottoposti a chirurgia per l'obesità (chirurgia bariatrica).
Progettato per aiutarti a gestire e superare la fame emotiva, questo programma utilizza tecniche di psicoterapia cognitivo-comportamentale e strategie di supporto motivazionale, per interrompere i cicli di alimentazione emotiva e costruire abitudini più sane.
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"Con NutriMind è stato tutto diverso. Emanuel Mian mi ha aiutata a capire il vero motivo della mia fame emotiva, e ogni volta che ne avevo bisogno potevo contare sul supporto via messaggi. A differenza di altri psicologi che non rispondevano mai, Emanuel c’era sempre, anche con le audionote dopo ogni seduta. Mi ha cambiato la vita."
- Martina (Milano)
"La Dott.ssa Russo ha capito subito le mie esigenze e mi ha creato un piano alimentare perfetto. Il suo supporto costante, anche via messaggi, è stato fondamentale per cambiare il mio rapporto con il cibo."
- Margherita (Monza)
"Prima di NutriMind, avevo provato altri percorsi, ma senza risultati concreti. Con il Dott. Mian e la Dott.ssa Russo, mi sento davvero seguita e supportata. Entrambi sono professionisti estremamente preparati: il loro approccio è pratico, e grazie ai loro strumenti, sto migliorando il mio rapporto con il cibo in modo concreto."
- Francesca (Brescia)
La CBT è una terapia che aiuta a riconoscere e modificare i pensieri negativi e i comportamenti legati alla fame emotiva. Identifica i trigger emotivi e insegna strategie di coping più salutari, migliorando il rapporto con il cibo.
La parte psicoterapeutica e di coaching del nostro metodo,promuove l'accettazione delle emozioni senza giudizio e si concentra su valori personali per orientare le azioni. Nella gestione della fame emotiva, l' ACT del metodo MindFoodNess ideato dal dr. Emanuel Mian, ti aiuta a sviluppare una relazione più equilibrata con il cibo, accettando le emozioni senza ricorrere a comportamenti alimentari compulsivi.
Essere Evidence-Based significa che tutte le raccomandazioni si basano su solide evidenze scientifiche. Non tutti gli studi sono uguali; ci impegniamo a interpretare correttamente i dati e a contestualizzare le evidenze per fornire trattamenti efficaci e sicuri.
L'approccio evidence-based si estende anche alla nutrizione, dove utilizziamo strategie supportate da ricerche scientifiche per offrire raccomandazioni personalizzate. Questo garantisce una gestione sana della fame emotiva e promuove il benessere generale. La nostra nutrizionista evita diete di moda, preferendo approcci basati su solide evidenze scientifiche.
Una delle chiavi del successo di ogni percorso NutriMind
Dopo ogni seduta, il terapeuta invia un audio personalizzato con i punti chiave discussi durante la sessione. Questo strumento innovativo e avveniristico accelera la guarigione e la comprensione del paziente, fornendo un riepilogo chiaro e facilmente accessibile delle strategie da adottare, favorendo il progresso tra una seduta e l’altra.
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